domenica 25 marzo 2018

DOMENICA DELLE PALME: Passione del Signore


Inizia una grande settimana. È la settimana in cui anche il nostro cuore, addirittura la nostra vita, può prendere una svolta se davvero ci lasciamo attraversare dalla parola, dalla liturgia e, soprattutto, se rimaniamo con lo sguardo fisso su Gesù.
Oggi attraverso il testo della passione credo che possiamo ripercorrere la nostra vita. Dentro alla passione di Gesù ci sono tante tappe che abbiamo vissuto anche noi.
Tutti i personaggi: dagli scribi, ai farisei, da Giuda a Pietro, dalle donne… vivono un po’ dentro di noi.
Abbiamo provato un senso di tradimento verso Gesù. Se mi guardo dentro mi accorgo che c’è stato il momento in cui ho “venduto” il Signore, in cui le mie parole non sono state mantenute.
Ci sono altri momenti in cui riconosco la defezione di Pietro, quando ho abbandonato Cristo al suo destino. Altre volte abbiamo avuto situazioni di insofferenza, come gli scribi e i farisei, con espressioni di giudizio e di condanna verso Gesù e verso i fratelli. Ma ci sono stati anche momenti in cui abbiamo portato la croce come il Cireneo, oppure ci siamo fermati davanti a un volto sofferente che ci ha impresso nel cuore un nuovo modo di leggere la vita. Abbiamo sperimentato quello che ha vissuto la Veronica nel cuore: il coraggio di uscire dalle fila e di esporci per un uomo o una donna, per un bambino in difficoltà... 
Siamo, altre volte, come Maria e le donne, rimasti in una situazione di sofferenza, non siamo scappati… Li ci siamo accorti, come non mai, della forza della Croce, della potenza dell’amore.  Queste donne hanno avuto una affezione per coloro che gli sono stati affidati che ha saputo attraversare la storia, le ingiurie le calunnie e sempre si sono fatte trovare al loro posto.
Una forza che speciale delle donne che se ce l’avessero detto qualche anno prima non avremmo creduto di avere e invece nella prova siamo state capaci di rimanere al nostro posto.
Ecco le tante figure che ripercorrono anche la nostra vita…
Ma forse c’è qualcosa di più nel racconto di questa Passione: c’è un fanciullo che scappa, il lenzuolo che lo ricopre cade per terra. È l’immagine davvero di una vita vecchia che lascia il posto ad una vita nuova.
In questa Pasqua anche il nostro uomo vecchio può lasciare il posto all’uomo nuovo. Questo fanciullo perde il lenzuolo, un lenzuolo che poi ritroviamo ad abbracciare il corpo di Gesù deposto dalla croce, un sudario piegato, nel sepolcro ormai vuoto, che rappresenta la nostra vita.
Quando si abbraccia Gesù si passa dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, si entra nel sepolcro, si entra nella notte, nella morte, ma abbracciati a lui si risorge.
Faremo anche noi l’esperienza del centurione: un nuovo modo di guardare Cristo, una nuova contemplazione che è guardarlo con gli occhi del cuore.
Davanti alla nostra storia, rileggendo la passione del Signore rivivremo la nostra vita e cosa troveremo? Scopriremo che il Signore c’è sempre stato, dall’inizio alla fine. Come è presente in questa grande liturgia.
I personaggi passano, la nostra vita con le sue cadute e le sue riprese passa… Lui non passa, Lui rimane.
Ecco allora la bellezza, la nostra forza, la nostra gioia: fare memoria che Cristo, fin dall’inizio e fino alla fine, sarà con me. Non c’è giorno, non c’è situazione, non c’è stato momento di alternanza del cuore che lui non abbia vissuto insieme a me. È su questa fedeltà di Dio, su questo "stare" di Gesù Cristo che io posso veramente gioire.
Lasciamoci guardare da Gesù e cerchiamo di vedere Cristo dentro la nostra storia e allora anche questi giorni santi cambieranno il corso della nostra vita, perché l’oggi di Dio è reale. Oggi questa parola è per me. Amen
(Trascrizione non rivista dall’autrice)

Nessun commento:

Posta un commento