mercoledì 25 aprile 2018

Solennità di Santa Franca


 Vitalta, Piacenza, 1175 - Pittolo, 25 aprile 1218

Santa Franca nacque nel 1175 da famiglia nobile del piacentino. Giovanissima entrò nel monastero benedettino di San Siro, dove pronunciò i voti solenni. Nel 1198, alla morte della badessa Brizia, fu eletta al suo posto. La decisione di introdurre nel monastero la vita regolare le suscitò contro forti opposizioni, sia da parte di alcune nobili famiglie piacentine che avrebbero visto volentieri un'altra a capo delle religiose, sia da parte di un gruppo di monache, capeggiate dalla sorella del vescovo Grimerio (1199-1210), il quale, però, illuminato da san Folco Scotti, allora prevosto di Sant'Eufemia, fece cessare ogni opposizione. Per desiderio di maggior perfezione, nel 1214 accolse l'invito e l'esempio di Carenzia Visconti, che aveva fondato sul Montelana un monastero femminile cistercense. Ne ebbe la nomina a badessa pur conservando, per qualche tempo, l'amministrazione di San Siro. La comunità si trasferì presto per ragioni di sicurezza e di comodità a Pittolo, facendovi sorgere un monastero che Franca resse fino alla sua morte, avvenuta il 25 aprile 1218. (Avvenire)

Lectio di Madre Emmanuel
Celebriamo la solennità di santa Franca accompagnati, in questi giorni, dal Vangelo giovanneo del “Buon Pastore”.
Anche Franca è stata un pastore, una badessa: ha condotto un gregge, ha influito sulla città, sul popolo… Infatti quando una donna è di Dio la sua santità passa le mura.
Santa Franca è rappresentata con un pastorale e ciò ci dice che il bastone e il vincastro del pastore sono quelli di Gesù: chi conduce non fa sua la condizione e il gregge, ma è espressione di Cristo.
Santa Franca ha usato il bastone contro le bestie selvatiche e i serpenti presenti dentro il monastero e fuori nella città. Ha protetto il Vangelo e la regola, cioè ha usato il bastone per indicare la via, la verità, la vita, per guidare il gregge, per mostrare Cristo.
Tante volte noi stiamo zitti per paura dei giudizi degli altri e soffriamo la verità del vangelo perché riteniamo che la parola non debba avere la sua forza e la sua efficacia. Ma quanto è virile e forte questa donna non per sé, ma per il Signore: parla, sta in silenzio, prega o agisce per lui.
Il bastone di legno ci rimanda alla croce di Cristo. Anche per essere forti bisogna essere umili, andare contro corrente, capaci di sopportare parole, ingiustizie e calunnie.
Cosa uso per correggere gli altri? Cosa faccio per il Signore, perché regni nei cuori?
Franca non ha permesso che l’abitudine, l’apatia potesse prendere il sopravvento.
Mediante l’umiltà, la forza è la capacità di dire la verità ha condotto il gregge con fortezza e dolcezza: a volte parlando, a volte tacendo e ascoltando.
Infatti, come Santa Franca, quando si è uniti alla Croce, veniamo irradiati dall’umiltà e dalla mitezza di Cristo che passa a noi.
In questo modo sapremo portare le pecore grasse, come le pecore magre, gli agnellini sulle spalle, ma anche le pecore che scalpitano e vogliono andare per loro conto.
Si tratta di cogliere l’umiltà e la pazienza per attendere i tempi di Dio.
Tutto questo santa Franca lo ha vissuto e noi dopo 800 anni ricorriamo ancora a lei come esempio di “pastore” per la chiesa intera.
Amen
(trascrizione non rivista dall’autrice)        


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